1)            Qual è stato il tuo ruolo/cos’hai seguito in Polisportiva nell’ultimo quadriennio?

Sono quasi 30 anni che mi occupo dell’immagine della Polisportiva. Negli anni, ho seguito anche il settore basket che poi, con il Covid, non è più ripreso.

2)            Quali sono state le difficoltà più grandi e come le hai affrontate?

Le difficoltà maggiori sono state di varia natura. Dal reperire risorse sia economiche che umane disposte a sposare la nostra missione “sportiva”, alla mancanza di strutture adeguate dove praticare sport e fornire ai soci degli ambienti adeguati e confortevoli. A parte la struttura del tennis che è stata mantenuta negli anni, le altre strutture non sono adeguate per discipline che diano la parvenza di “professionismo”.

3)            In cos’è progredita la Polisportiva?

È progredita moltissimo, sia dal punto di vista organizzativo che della gestione economica. Non che ora si viva nel lusso, tutt’altro, ma almeno i bilanci sono in ordine e non come 30 anni fa. È nata una nuova era ed una nuova gestione, più attenta.

4)            Cosa proponi come novità in Polisportiva nel prossimo quadriennio?

Una domanda che mi sono posto molte volte in questi anni. Bisognerà ragionare fuori dagli schemi, gli stessi schemi che però ci hanno portato ad essere quelli che siamo ma che forse non sono più in linea con il mondo odierno.  Sicuramente far arrivare la qualità e la serietà delle nostre proposte sportive a più persone possibili.                  

5)            Quale sarà il tuo contributo per raggiungere questi obiettivi?

Sicuramente un impegno maggiore dal punto di vista quantitativo e qualitativo a livello personale. Poi, come detto, bisognerà fare dei pensieri fuori dagli schemi e più moderni sia dal punto di vista organizzativo che comunicativo. Creatività organizzata.