Per i più piccoli la kickboxing innanzitutto non prevede la partecipazione a competizioni sportive: se  da un lato può mancare lo stimolo dato dal confronto agonistico, dall’altro ci da la possibilità di focalizzare l’attenzione sulla crescita delle capacità motorie (soprattutto coordinative) e di lavorare con calma su queste.

Le difficoltà che bambini e ragazzi incontrano (come probabilmente riporterà qualsiasi allenatore dei settori giovanili) nascono principalmente dall’eccessiva sedentarietà diffusa fin dall’infanzia. Spesso infatti siamo ben lontani dall’ora giornaliera di attività (consigliata dalle linee guida dell’OMS) di cui avrebbero bisogno.

Questa carenza comporta non solo un ritardo nello sviluppo delle capacità motorie in senso stretto, ma anche la mancanza di altre qualità e capacità fondamentali per un affrontare correttamente l’attività sportiva, come il saper stare in un gruppo e relazionarsi con gli altri, rispettare le regole, focalizzarsi su un obiettivo, sostenere la fatica.

Fondamentale quindi favorire il prima possibile l’avvicinamento all’attività motoria e sportiva, che per tutti i bambini  avviene principalmente con aspettative di divertimento: di conseguenza sarà necessario proporre delle esercitazioni quanto più varie e coinvolgenti possibile, cercando di evitare ripetitività, tempi morti e il soffermarsi troppo a lungo su un singolo obiettivo.

Cosa piace ai più piccoli? Beh, come come a tutti i praticanti di kickboxing piace soprattutto tirare calci e pugni, possibilmente indossando un paio di guantoni e colpendo un bersaglio!

Più in generale amano molto l’introduzione di novità e, se si riesce a creare un clima positivo, apprezzano in maniera via via crescente il trovarsi di fronte a nuove “sfide” che li costringano a mettere alla prova e a migliorare le proprie capacità, come eseguire esercizi più complessi o apprendere una nuova tecnica: una  corretta progressione all’interno dell’allenamento e nella successione dei vari allenamenti diventa quindi fondamentale perchè siano stimolati e siano soddisfatti del lavoro svolto.

Scritto da Marco Degan.

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